"Double Trouble" reviews (ITA)
Double Trouble: Short reviews…in continuo aggiornamento!
(41 recensioni)
Londra 1973? Austin 1976? Acqua… acqua… ci troviamo a Firenze ai giorni nostri, con una band che suona musica d’altri tempi con personalità e preparazione. Una miscela equilibrata di hard-rock e rock-blues, un preciso punto di intersezione tra Led Zeppelin e Rolling Stones. Pur esprimendo il massimo della derivatività, non sfiorano mai il plagio e le idee proposte sono tutt’altro che banali.
(Roberto Paravani) Open
Se Jack Meille è il più plantiano dei vocalist in circolazione “Double trouble” vive di suggestioni hard, tocca il blues e il folk statunitense, abbina slide guitars e ritmiche scoppiettanti. Il risultato è un disco vivo e vivace, che convince e conquista.
(Sandro Buti) Metal Maniac
Sano hard rock/blues dei ’70, quello inglese (Free, Jeff Beck Group, Led Zeppelin, Cream, Humble Pie, Stones) con ampie spruzzate di polvereroso american roots, suonato con la professionalità e l’esperienza che meriterebbero le più quotate piazze internazionali.
(Enzo Curelli) It’s Still RnR To Me
Una qualità elevatissima: si suona con il cervello, ma anche con il cuore, c’ è tecnica ma anche forte partecipazione emotiva. E divertimento. (…) Il buon rock non muore mai. Qualcuno potrebbe parlare di progetto vintage. Noi no: perché assai convincente è la capacità del gruppo di calare nell’ oggi suoni, atmosfere, ispirazioni che arrivano da (Rolling Stones, Led Zeppelin, Steve Ray Vaughan) congegnando un rock che se ha il sapore dei migliori anni Settanta, appare senza tempo tanta è la generositàe l’ entusiasmo di chi lo suona.
(Fulvio Paloscia) La Repubblica
Così, tra abilità esecutiva e polveri di malinconica nostalgia del passato, ci ritroviamo oggi di fronte ad un disco che non può passare inosservato.
(Loris Gualdi) Music on TNT
Sinceramente più ascolto questo cd e più ne vengo ammaliato.
(Klaus Petrovic) Italia di Metallo
I have a special place for this kind of music in my heart and this album hits all the right strings. There is a groove to this that I like a lot. This makes me want to dance and I don’t dance, ever.
(Anders Ekdahl) Battle Helm
Un disco di livello internazionale.
(Claudio Morsenchio) Jam Online
Un suono vintage d’indubitabile fascino e calore.
(Fabio Vellata) TrueMetal.it
Questo “Double Trouble” è un disco eccellente, che azzecca tutti i sapori giusti, una godibilissima miscela di atmosfere, note e stati d’animo che catapultano lo spettatore negli States rurali e sperduti, tra una stazione di servizio e l’altra. “Double Trouble” riflette sulle lenti dei nostri Rayban le immagini di un’America anni ’70 – ma non per questo meramente nostalgica – gravida di promesse ed aspettative. “Alone” è una di queste, un pezzo da capogiro che non mi stancherei mai di ascoltare. E non è certamente l’unico, dato che l’intero platter viaggia su questo tasso qualitativo senza cali di sorta.
(Psychotron) Stereo Invaders.com
Echi di Led Zeppelin e Rolling Stones accompagnano il discernere delle tracce tra cui spiccano le clamorose ‘Cute Evil Angel’ e ‘I Just Got Scared’. Materiale da brividi.
Dagheisha.com
Se si ama il rock degli anni 70, ma quello che la erre maiuscola, il disco di General Stratocuster And The Marshals dal titolo Double Trouble, seconda fatica del combo, non può e non deve mancare dalla propria discoteca.
(Carmine Rubicco) Tempi Dispari
“Double Trouble” centra in pieno l’obiettivo, e colpirà sicuramente gli amanti dei del rock più classico e di qualità.
(Fabrizio Manghi) Noize Italia
Si poteva temere che la loro fosse solo una parentesi, invece eccoli tornare più agguerriti che mai. Un lavoro vario, completo e di facile ascolto, ottimo sia a livello strumentale che vocale, che si ascolta tutto d’un fiato e che non delude sotto nessun aspetto.
(Anna Minguzzi) Metallus.it
“Double Trouble” è un disco bello di un gruppo bellissimo. Elvis Presley definiva il suo fare musica come un irresistibile movimento costante: “c’è chi muove le gambe, chi schiocca le dita e chi si muove da una parte all’altra. Io faccio un po’ tutto assieme” – per provare queste cose un po’ tutte assieme non resta che comprarvi il disco e andarveli a vedere in concerto. “Double trouble” è la via più breve per il Paese dei Balocchi.
(Marie) Metalwave
They caught a blender , thunder containing the basic principles of the blues , while adding a touch of rock and a pinch of hard rock and the main Double Trouble is ready to be served . To The components consist of compelling, Drifter and Time, the faster Cute Evil Angel or Push To The Limit and the beautiful ballad Dont Be Afraid Of The Dark, which the cookbook Led Zeppelin was engaged in detail. Going Stratos play the originality it suits? No, not that , but because there are many landmarks and distinctive vocal performance of singer Jack Meille, this tastes for more. Double Trouble is the logical successor to their debut album last year, and it will certainly do well in the past, smoky pubs and small venues.
(Dick) Lords of Metal – NL
After the release of the new album the band should think seriously about making a shared-fun-international-stage use. Because in a small club I suggested that the Italian-British team has no problem to create a very special atmosphere, expecially with these nine fresh compositions.
(BB) Legacy – Ger
Un percorso emozionale viscerale che arriva giù dritto fino al centro del cuore; un viaggio musicale nel sound che ha reso invincibile il rock, pari allo scorrere di un lungo fiume di dolore che attraversa il tempo. A colpire e ad affondare l’ascoltatore è senza dubbio la marcata impronta vintage tutta Zeppelin/Stones del combo toscano che si miscela ad un travolgente humus sonoro fatto di tormenti blues e di linee rock, su cui sudano come se fosse pelle, testi che sanno di passione e di ribellione, di fuoco e di arte, di distorsioni e di acustico.
(Rod) Rock Garage
Amore al primo ascolto, sin dalla torrida apripista “Drifter”. Sonorità calde, piuttosto antiche e al tempo stesso raffinate, di una raffinatezza che non perde immediatezza. E’ tutto l’insieme che vince, il pathos e il polveroso feeling, senza che si avvertano pose. Non sembrano composizioni di chi vuole replicare i ’70, sembrano invece pensate da persone venute direttamente da lì, che abbiano vissuto realmente in quel tempo e in quello spazio. Si è cercata l’immersione nella sensazione, che proviene dal cuore più che dalla ricerca di un impatto; una propensione a esprimere uno stato d’animo più che a costruirsi sulla tecnica, nonostante si percepisca chiaramente la qualità di quest’ultima. E’ un lavoro dannatamente riuscito.
(Roberto Latini) Tempi Duri
Ricco di fascino: così si presenta questo cd, le tracce corrono fluide una dietro l’altra. Scorrevole, mai banale, sognatore, carico e quasi perfetto. Che dire? Un album incredibile che merita veramente di essere ascoltato!
(Giada) Allaroundmetal.com
Ancora una volta il gruppo dà prova di grande capacità nel cesellare un rock ben congegnato e molto coinvolgente (…) il rock pulsa vitale come ai bei vecchi tempi. Se non fosse che sappiamo bene da dove vengono questi musicisti, potremmo tranquillamente pensare ad un disco straniero, a dimostrazione di quanto possono fare i nostri. Un disco come questo sostenuto adeguatamente potrebbe regalare molte soddisfazioni, anche a chi ha sempre creduto nel rock in tricolore, che non è certo un’utopia: ascoltare per credere.
(GB) Rock Impressions
E’ davvero una super band quella che compone i General Stratocuster and the Marshals, nome lunghissimo come lunghissima è la carriera dei suoi membri. Double Trouble è un disco che scorre via rapido, complici i suoi 35 minuti di durata, ma è immediata la pressione del tasto “repeat” per ascoltarlo di nuovo.
(Alessio Torluccio) Heavy Metal Webzine
You can not imagine that this album was recorded in 2013, with relaxed atmosphere of carefree joy of life. I don’t know what next will happen to General Stratocuster And The Marshals, but it will be difficult record something even better than “Double Trouble”.
(Heretica) Metal Centre – Pol
Dopo due anni dall’esordio, l’effetto sorpresa si può dire del tutto dissolto e Double Trouble ha il difficile compito di mostrarsi ancora convincente ed ispirato e, al tempo stesso, di offrire la prova di un’avvenuta crescita. Un doppio compito che viene portato a termine con una prova brillante: Double Trouble è un disco estremamente variegato, che presenta nove brani diversi l’uno dall’altro con l’unico comune denominatore di una condivisa matrice temporale di riferimento ed ispirazione. Come accade solo per le grandi band, questa varietà non significa però frammentarietà e questo è il punto definitivo in termini di personalità: General Stratocuster And The Marshals dimostrano al secondo lavoro di essere un gruppo dotato di una identità potente e definita.
(Saverio Comellini) Metallized
Un rock privo di inutili fronzoli ma che colpisce come un diretto al mento in ogni suo brano.
(Silvano Martini) Last Music Rebel
Un’opera che si fa ascoltare molto bene, liscia e beverina come una buona birra chiara.
(Daniele Nuti) Sirio 6070
Sprizza classe da tutti i solchi. Un CD che amerete sempre di più ad ogni nuovo ascolto, e del quale scoprirete di volta in volta le varie sfaccettature, visto che nonostante si muova lungo sentieri puramente rock, sono molteplici le sonorità che spuntano fuori qua e là, rendendo il tutto più ricco ed interessante. Insomma, se siete amanti del rock, quello più puro e vero, non potete assolutamente farvi sfuggire questo album, alla faccia di nomi ben più grossi che c’hanno provato, fallendo miseramente… Unica raccomandazione: “Double trouble” provoca dipendenza… siete avvisati!!
(Roberto Alfieri) Metal Hammer
Il disco è caldo e pieno di emozioni, ben suonato, più hard rock e guizzante nella prima parte, più lento e rilassato nella seconda anche se il finale è un hard rock trascinante come Push To The Limit, dove emerge ancora forte l’amore per i Led Zeppelin.
(Stefano Cerati) Rock Hard Italy
Readers who can remember the 70’s music scene will revel in what this album can evoke as well as shake. As for me? I’ll be digging out my flares and cranking up the volume – you heard it here first!
(Carl Buxton) Fireworks – Eng
Sometimes you come across a band that are a gem, one that when you hear you need to hear more. I came across General Stratocuster and the Marshals and was instantly hooked, they have passion and heart in their music and to say that they are talented is a sheer understatement. They have just released Double Trouble, an album in which every songs in unique and different but yet has that lovely General Stratocuster unique signature. Every element that goes into the music is perfect, this was a band that I had to tell people about.
Phill Bruce (Wicked Spins Radio) – Eng
Il loro secondo album ed è emozione allo stato puro, una full immersion nella storia del rock, ritmo rovente e una dose massiccia di groove che fanno vibrare l’anima di ogni buon vecchio rocker al quale consiglio l’acquisto del CD .
(Ivan Dragomilov) Musica Follia
La band guarda alle radici del rock inglese anni Settanta e lo tratta con maestria, gusto e autenticità invidiabili, miscelandolo con successo alle fascinazioni polverose del roots rock americano. Un viaggio indietro nel tempo con una qualità e una musicalità comuni a pochi.
(Giulia Nuti) Il Mucchio Selvaggio
La seconda uscita di questa strana corporazioe fiorentina riesce a cogliere nel segno con immediatezza. Rock’n’roll per direttissima, con i piedi bien piantati per terra e gli spinotti negli ampli valvolari: proposta varia, genuina e senza fronzoli.
(Enrico Ramunni) Rockerilla
Tutto urla America nei GSatMs, che sono però italianissimi e vivono con la testa imbottita di storie rock blues, di Zeppelin e di Stones. Nove nuove potenti canzoni che spaziano nell’universo classic rock che tengono botta, con grande sicerità e passione.
(Claudio Sorge) Rumore
Un supergruppo di viscerale, infuocato e maledettamente fulgido blues-rock contaminato da un briciolo di hard e tanta, tanta qualità. Gran bella conferma dopo l’esordio del 2011.
(Alessandro Staiti) Chitarre
A circa due anni di distanza dalla pubblicazione del valido esordio autointitolato, i General Stratocuster And The Marshals tornano a farsi vivi con un sequel a dir poco straordinario. Chiunque apprezzi il rock nella sua forma più genuina e tradizionale non si lasci scappare per nessun motivo “Double Trouble”.
(Gennaro Dileo) MetalItalia
Un incredibilmente meraviglioso e rilassato hard rock blues. Questo CD é cosí cool da lasciare shoccati! Ti piace l’hard rock solido, giocoso, trascinante e “bad assed” che soddisfa molti dei vecchi classici? Allora stai cercando i General Stratocuster.
(Omtaler) HeavyMetal – No
A group of tongue in cheek named Italians playing Rock n Roll, Blues may not sound the most obvious choice of listening, but give Double Trouble a moment of your time and you’ll suddenly be convinced that Florence, Italy is where this sort of music must be “at”!
(Steven Reid) Sea of Tranquillity – Eng
Seconda prova, a due anni dal brillante esordio, per i GSatM. Il disco non delude affatto le aspettative anzi, oltre a regalarci nove brani di preziosa fattura ed alta scuola rock, ci dona qualche sorpresa come un leggero ampliamento stilistico con la titletrack o le influenze mutuate dal rock acustico americano e alle sfumature country rock di “Alone”. Un disco pregno di suoni vintage che riesce a suonare più fresco di tutti quei lavori che nascono, invece, con velleità avanguardistiche e tanta presunzione.
Giornale Metal
Double Trouble è un disco citazionista, completamente impregnato di rimandi a quelle atmosfere e suoni che hanno accompagnato qualunque amante della Musica negli ultimi sessant’anni, ma al tempo stesso è un disco credibile, cosa decisamente ardua quando si vanno a citare così costantemente i mostri sacri.
(Marco Balzola) Beautiful Freaks
Se volete lasciarvi trascinare da un pregevole classic-rock denso di sudore e riffoni hard-blues, questo è il disco che fa per voi. Godetevi pure il blues ledzeppeliano di Drifter o i falsetti di Time, in cui Meille raggiunge gli alti di Jagger, dimostrando di possedere una voce oltremodo duttile, ma è nell’evocativa ballatona country-blues di Alone e nel tirato rock al fulmicotone di Push to the limit che deflagra al meglio il marcato legame con i ’70s. Procuratevelo se desiderate un’adeguata colonna sonora per accompagnare le vostre imminenti scorribande sulle polverose strade d’America.
(Vittorio Lannutti) LaScena.it